martedì 14 giugno 2016

Parlando di film #4 - Bianca come il latte, rossa come il sangue

Salve a tutti, lettori! Eccoci al nostro nuovo appuntamento con Parlando di film, una rubrica saltuaria ma pur sempre esistente qui sul blog. Oggi vi parlerò di uno degli ultimi film che ho visto su netflix, un film che avevo sottovalutato e che, invece, mi ha emozionato molto.
Sto parlando di Bianca come il latte e rossa come il sangue, un film di produzione italiana tratto dal romanzo omonimo di Alessandro D'Avenia. Non ho letto il romanzo e probabilmente non lo farò (non ci tengo molto a farmi un'altra testa di pianti su questa storia), almeno per il momento.
Ero partita molto prevenuta e ho deciso di visionare questo film quasi esclusivamente per la sua ambientazione molto “scolastica” e per i suoi protagonisti adolescenti, visto che volevo immergermi nuovamente tra le mura delle scuole superiori, perché a breve vorrei iniziare a scrivere di queste tematiche.
Sono rimasta piacevolmente sorpresa nello scoprire che, invece, il film è molto carino e anche discretamente ben fatto.
Innanzitutto gli attori non sono malaccio, anche essendo molto giovani. E poi riesce a creare un'atmosfera intimistica nei confronti del protagonista (un ragazzo di sedici anni) anche con simpatiche animazioni molto parodiche che richiamano i suoi stati d'animo. Non esageriamo, non è un capolavoro. Solo che mi aspettavo molto di peggio e, invece, affettivamente il film mi ha preso molto.

Riassumendo all'osso, il film parla di un ragazzo di sedici anni, Leonardo, detto Leo, che è innamorato (o meglio, ossessionato) da una ragazza della sua scuola più grande di lui di un anno, con una pelle bianca e capelli rossi. Non riesce mai a farsi avanti ma quando arriva, finalmente, a conoscerla, lei sparisce per qualche tempo da scuola e alla fine viene a scoprire che è malata di leucemia. Il ragazzo da allora cercherà di starle accanto in tutti i modi.
Non vi faccio altri spoiler ma vi dico solo che il protagonista mi ha preso parecchio con il suo carattere sfacciato ma dolce (l'attore è abbastanza bravo) e che la storia della ragazza (Beatrice) mi ha molto emozionato. Sono riuscita persino a versare qualche lacrima.

Un altro personaggio che mi è piaciuto molto è stato quello del professore che prende a cuore le vicende di Leo, interpretato dal bravissimo Luca Argentero.
Il tutto è condito dalle canzoni bellissime dei Modà (qui la colonna sonora), che per quanto non sia una fan delle canzoni italiane, mi piacciono e mi emozionano molto (specie in associazione con questa storia!).
Il senso del film è quello che, anche nelle difficoltà, bisogna trovare la forza di andare avanti e di godersi le piccole cose. Insomma, nulla di innovativo, ma i sentimenti si sono davvero sprecati.
Lo consiglio a tutti coloro che non hanno timore di tornare un po' tra i banchi di scuola e versare qualche lacrima per una storia che parla di vita: cruda e dura, ma dove persiste la speranza.

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