martedì 1 marzo 2016

Recensione di The queen of the Tearling di Erika Johansen

Titolo: The queen of the Tearling
Autrice: Erika Johansen
Genere: Fantasy, distopico

Buonasera lettori! Eccomi di ritorno con una nuova recensione. E che recensione! Spero solo di non annoiarvi, ma sappiate che su questo splendido romanzo che è “The queen of the Tearling” di Erika Johansen ho molto da dire!
Ho sentito molto parlare di questo romanzo fantasy, edito da Multiplayer edizioni in una fantastica veste dalle pagine anticate con tanto di segnalibro. Sembra un antico tomo da biblioteca! Sorvoliamo anche sulla copertina stupenda, e andiamo subito al sodo della questione, vi va?

Beh, inizio col dire che le recensioni trovate sul web su questo romanzo sono di molto discordanti: ci sono persone che lo hanno amato, come me, e persone che non lo hanno molto apprezzato.
So già che per quanto possa parlare di questo romanzo e di cosa ne penso, ci sarà sempre qualcosa che dimenticherò di dire o qualcosa di trascurato, quindi aspettatevi altri articoli su questo argomento, perché di certo “The queen of the Tearling” è un libro che lascia il segno, davvero difficile da dimenticare.
La storia parla di Kelsea, ragazza diciannovenne figlia della regina del Tearling, la terra dove sono ambientate le vicende, che ha mandato la sua bambina a vivere in esilio con due persone di fiducia affinché la proteggessero dalle insidie di una monarchia e di un governo pieno di tresche e imbroglioni.
Kelsea cresce con la consapevolezza di essere una regina e il giorno del suo diciannovesimo compleanno le guardie di sua madre, ormai defunta da anni, la vengono a prendere per portarla alla sua fortezza affinché inizi a regnare. Ma la presenza della ragazzina sul trono non è ben vista e molti cercheranno di togliere di mezzo la neo-regina. Unici compagni e alleati nella sua ascesa al trono sono le poche guardie di cui riuscirà a conquistare la fiducia e i ciondoli-zaffiri che le ha lasciato sua madre, che avranno un ruolo molto importante. Sul suo regno in degrado, inoltre, influiscono diverse forze malefiche come quelle della Regina rossa, monarca della terra confinante con il Tearling, il Mortmesne.
Inizio col dire che lo stile in cui è scritto il romanzo è molto ricco di descrizioni e piacevole, scorrevole ma anche ricercato. I primi capitoli possono essere considerati un po' lenti, ma io ho apprezzato come l'autrice trasmettesse le emozioni di Kelsea di riflessione e attesa proprio attraverso questo modo di scrivere.
Altro aspetto importantissimo della scrittura di Erika Johansen è che riesce a integrare in maniera impeccabile il racconto delle vicende in corso e la descrizione del passato, della storia dei personaggi e delle esperienze precedenti di Kelsea. Non si ha mai il classico errore identificato con l'infodump, ma anche i momenti di spiegazione e di ripresa del passato sono inseriti in coerenti cornici di riflessione della protagonista o degli altri personaggi al centro del focus in quel momento (ci sono più di un p.o.v. durante la storia; né troppi né pochi, il giusto. Altro aspetto invidiabile in un romanzo). Si viene, quindi, a conoscenza delle informazioni più importanti senza pensare alla noia di dover ascoltare spiegazioni distaccate dal contesto. Capita, invece, che Kelsea si focalizzi su un particolare che le ricordi eventi passati. Tutto molto piacevole.
L'ambientazione è qualcosa di eccezionale: si tratta della terra ma in un futuro distopico dove si è ritornati a un'era quasi medioevale e dove la tecnologia e il progresso sono andati quasi completamente perduti. Ho amato come sono state descritte la storia e le dinamiche di questa terra tormentata.
I personaggi sono un altro punto forte del romanzo: sia Kelsea che i personaggi che le ronzano attorno (le sue guardie personali come Mazza Chiodata, Pen, Carroll, ma anche Carlin e Barty, i suoi “tutori” che conosciamo attraverso i suoi ricordi e flashback; il reggente, fratello della madre di Kelsea, la regina rossa ecc.) sono eccezionalmente delineati, e la loro psicologia è approfondita. Anche quando molto di un personaggio è un “mistero”, si ha un senso di completezza che rende il personaggio una persona, così reale da pensare di poterlo toccare, sentire, capire.
Mi sono, infatti, affezionata a tantissimi personaggi e ho odiato altri in maniera viscerale come se fossero persone che mi hanno fatto un torto personale.

Altra nota importante: il romanzo è ambientato in un futuro distopico, e anche se a volte si tende a farsi trascinare dal lato più fantasy delle vicende, c'è sempre qualcosa che ti riporta alla terra e al mondo attuale; citazioni di libri realmente esistenti, riferimenti storici o alla tecnologia, ormai perduta. Ho amato molto la parte in cui Kelsea cita diversi romanzi, come Lo Hobbit o opere di Shakespeare.
Ma la cosa più degna di nota è che attraverso questo filo invisibile che lega il tempo in cui Kelsea vive al nostro e alla storia, il romanzo vuole lasciare un messaggio che esprime più volte anche in maniera esplicita: bisogna conoscere il passato per non ripetere gli stessi errori, ed è proprio così che la pensa la protagonista. In un mondo dove il passato sta venendo pian piano dimenticato, in cui si regredisce e per le strade dilaga l'analfabetismo, il rischio di rifare i grandi errori del passato e cadere nella crudeltà, nell'ignoranza, nel razzismo e nell'odio è reale e potente.
Kelsea si ritrova a combattere contro i nemici più crudeli che si possano immaginare: l'odio, il fanatismo (da cui una concreta critica alle istituzioni religiose), il razzismo, l'omofobia, la divisione pesante in classi sociali e la riduzione in schiavitù.
Se qualcuno vuole pensare che leggere questo romanzo sia solo una bella avventura fantasy si sbaglia, perché ci sono numerosi temi di stampo morale, attuali ora come in passato. Mai romanzo fantasy, specie come primo capitolo di una trilogia, mi è sembrato più completo nel dipingere la situazione di una terra, ma soprattutto di una società, in tutti i suoi aspetti, senza censure.
Dopo questo primo romanzo mi aspetto molto dal secondo e non vedo l'ora che arrivi maggio per avere quel tomo tra le mani e poter gustare il seguito di una storia ben costruita, sia strutturalmente, sia in modo che susciti emozioni.
Altre due parole per la protagonista: Kelsea è una ragazza comune, ma lo è davvero. Basta con le finte sfigate che diventano bellissime dopo un po' di trucco e piastra. Kelsea ha un viso comune ed è un po' in sovrappeso, non è bella, non è elegante come una regina. Ha solo due occhi verdi come sua madre, unico simbolo di una bellezza che non le appartiene. Kelsea stessa si rende conto della sua condizione e a volte se ne rammarica, ma a fronte del bene del suo regno, percependo tutta la responsabilità che le grava sulle spalle, cerca di mettere da parte la sua parte da diciannovenne e fa uscire la donna che c'è in lei. Spesso le sue decisioni sono una lunga lotta tra ciò che reputa giusto e ciò che vorrebbe fare istintivamente. A volte vince una parte di lei, a volte l'altra. Ma Kelsea è vera, e durante il romanzo cresce tantissimo.
A quanto pare la Warner Bros ha acquistato i diritti e questo libro diventerà un film, con Emma Watson a interpretare la nostra Kelsea. La trovo fisicamente completamente inadatta per il ruolo, ma sicuramente compenserà con la sua interpretazione!
Ok, avrei ancora tantissimo da dire, di cui molte cose spoilerose che eviterò apposta, così da rendere questo articolo spoiler-free al 100%. Quindi mi trattengo, ma vi prometto che scriverò qualche altro articolo sull'argomento perché NE HO UN BISOGNO FISICO.
Avrete capito che ho amato questo romanzo, vero? Ma proprio tanto.
Se proprio devo trovare un difetto, avrei evitato le frasi a inizio capitolo... Perché? Perché in qualche modo anticipano qualcosa, e quindi le ho trovate abbastanza fastidiose. Se leggerete (o avete già letto il libro) avrete sicuramente capito di cosa parlo!
Quindi 5+ stelline a questo romanzo sorprendente, in trepidante attesa del sequel!





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