mercoledì 11 novembre 2015

Top 7 Tuesday #6 - 7 stereotipi dello scrittore

Buonasera lettori, come va? Io sono super impegnata, ed è anche per questo che mi vedete poco sul blog. Abbiate pazienza, ci saranno momenti migliori!
Per oggi vi propongo la top 7 di ieri, che non ho avuto tempo di pubblicare prima. 7 stereotipi sugli scrittori!

1° Gli scrittori sono pochi
Ma che enorme cavolata! Molti pensano che gli scrittori siano una specie di creature mitologiche, sempre e perennemente dietro ad un computer, magari seduti nei bar statunitensi a cercare l'ispiazione in una tazza di caffè americano (orribile). Ma gli scrittori sono ovunque, e ce ne sono davvero di tutti i generi! I diurni, i notturni, i festaioli, i solitari. Possono evidenziarsi tipi di scrittori pari almeno ai tipi di persone che si possono incontrare per strada. E sono tanti, molti più di quanti tu possa immaginare.
Magari qualcuno è uno scrittore, ma neanche lo dice. Questo non vuol dire che non lo sia.

2° Gli scrittori sono solo quelli famosi
Ci sono centinaia di dibattiti su questo tema: quando una persona a cui piace scrivere può definirsi, e autodefinirsi, scrittore senza sembrare poco modesto?
Molti pensano che gli scrittori siano solo quelli che hanno i loro libri esposti sugli scaffali della Feltrinelli e che possono rispondere a mail di fans e darsi delle arie di scrittore vissuto. Sbagliatissimo.
Posso capire perché l'andazzo sia quello, è una tendenza quasi incondizionata quella di considerare “più scrittore” uno che di questo lavoro ci campa, e anche comodamente.
Più serenamente penso che la parola “scrittore” sia intesa in maniera errata, o come minimo ambigua.
C'è lo scrittore “lavoratore”, e c'è lo scrittore come modo di essere. Se qualcuno mi chiede di descrivermi in base alle cose che mi piace fare dico che mi piace leggere, e quindi sono un lettore; mi piace cucire, ma non sono una sarta; mi piace scrivere... ma quindi che sono? Dal punto di vista personale, sono una scrittrice. Da quello pubblico, sono una persona a cui piace scrivere. Almeno finché non avrò pubblicato qualcosa. Ma questo non vuol dire che gli scrittori sono solo scrittori di best sellers.

3° Gli scrittori sono solo noiosi letterati
Spesso come scrittore abbiamo lo steretipo della persona anziana (o quasi) che scrive in uno studio triste, che sa parlare solo di letteratura, magari classica (che palle, quasi sempre), e che non dà segnali di essere divertente nemmeno con un naso rosso da pagliaccio. Cosa sbagliatissima.
Come dicevo prima, ci sono milioni di modi di essere scrittore.
Nessuno, conoscendomi, penserebbe che mi piace così tanto scrivere da voler entrare nella “cricca” degli scrittori che pubblicano, sia anche in self-publishing, senza mai uscire dall'uovo.
Perché le persone che scrivono sono tante, e diverse. E' per questo che esistono tanti generi narrativi diversi.

4° Gli scrittori scrivono solo di sé
E' una cosa parzialmente vera, ma lasciatemi spiegare prima di giungere a conclusioni affrettate.
La scrittura è, prima di tutto, un modo per lasciare vagare la mente in altri mondi e situazioni, ma tutto ciò che si produce è frutto di ciò che c'è nella nostra mente. Nulla si prende dal nulla, anche se si pensa di aver creato qualcosa di totalmente originale e mai visto.
Tutto ciò che la nostra mente prende dall'esterno lo elabora e lo riflette nella nostra scrittura. I personaggi che creiamo hanno tutti, indistintamente, qualcosa di noi, e questo è inevitabile. Se così non fosse non potremmo scrivere di loro!
Per descriverli dobbiamo comprenderli, renderli razionali e intelleggibili.
Se la nostra psiche fosse del tutto comandata da noi, allora potrei pure essere d'accordo col fatto che possiamo creare personaggi e storie indipendenti dalla nostra storia personale e dal nostro modo di essere. Ma non è così.
Noi creiamo personaggi simili a noi, o a persone a noi vicine. Oppure amplifichiamo aspetti personali rendendo questi personaggi quasi parodici perché molto caricaturiali.
Le storie, contengono qualcosa di nostro: riflessi della nostra storia, dei nostri pensieri e valori. E tutto ciò accade senza che noi ce ne accorgiamo, indipendentemente dalla nostra volontà, tanto che un buon osservatore può cogliere il modo di essere di uno scrittore attraverso i suoi scritti, almeno un po'. Forse è anche per questo che a volte, quando si finisce un libro, si sente quasi di conoscere colui che l'ha scritto.
A volte esce fuori la parte migliore, altre volte quella più oscura, altre volte quella probita. Ma è proprio quello il bello! Questa è l'anima di ogni creazione di uno scrittore!

5° Gli scrittori scrivono per se stessi
Parzialmente vero, anche è meno vero di quanto possa sembrare. Nelle interviste, gli scrittori “famosi” spesso dicono di aver scritto la loro opera sotto influenze quasi divine, solo per sé, di averla conservata anni in un cassetto, fin quando un editore non li ha trovati e portati alle vette. Sembra tanto favola, come se la scrittura sia qualcosa di mistico e fantastico che ti fa diventare famoso facilmente, basta che ti trovi mago Merlino e puff, da sfigato a autografatore di copie! Ma che cavolata!
Chi abbia un minimo di buon senso capisce che per la maggior parte delle volte ciò non accade, e ci vuole impegno e costanza per cercare di entrare nel mondo dell'editoria e giungere fino alle vette. Spesso ciò non succede, spesso si resta nelle retrovie. Ma vale la pena farsi avanti, questo è sicuro. Fatto stà che penso che ogni scrittore dovrebbe scrivere prima di tutto per sé, e poi per un pubblico, altrimenti che scrive a fare?
Ma molti scrittori, specie quelli “famosi”, non scrivono più per se stessi da anni e si fanno guidare da tecniche di marketing e da quello che i loro editori gli impongono. Diventa un lavoro, come uno vero: meccanico, poco piacevole.
La scrittura non diventerà mai solo questo per me.

6° Gli scrittori non accettano le critiche
Molti non lo fanno, ma sono persone, ed è normale che molte persone non accettino le critiche.
Lo scrittore è un “professionista” che, essenzialmente, si fa da solo. Non c'è una scuola che ti prepara a essere scrittore, anche se esistono corsi per perfezionare la scrittura o facoltà di letteratura. Ma non si può dire che chi non si forma in tal senso non può diventare scrittore, perché sappiamo bene che non è così.
Quindi lo scrittore si crea da solo, ma anche grazie agli altri principalmente: le critiche, le opinioni, le persone che leggono la tua opera e ti dicono cosa ne pensano. Sono loro il carburante migliore.
Quindi gli scrittori, quelli bravi, apprezzano le critiche. Che siano costruttive, e fatte con criterio.

7° Gli scrittori sono squattrinati
Questo punto mi fa ridere, e l'ho inserito quasi solo per questo.
Chi vuole vivere di scrittura si trova molto male, perché è quasi impossibile, anche per gli scrittori di best sellers. A meno chè un grande regista non ti paghi per i diritti del tuo libro per farne un film, è davvero difficile che i soldi guadagnati dalla vendita di libri siano sufficienti a mantenersi, o a mantenere una famiglia. Quindi sì, gli scrittori sono squattrinati per definizione.
Ma gli scrittori, non essendo sempre e solo “scrittori”, possono ben contare su altri mestieri. Questo è un pregio degli scrittori, che possono esserlo senza doverlo essere esclusivamente.
Sono un ingegnere, ma scrivo. Sono una casalinga, ma di notte scrivo storie d'amore. Sono un medico, ma nei momenti liberi scrivo romanzi gialli.
Quindi tutti possono scrivere, senza rasentare la precarietà.


Sabrina

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